Vivere il corpo e lo spirito

In questo incontro mediteremo sul ruolo che il nostro corpo ha nell’ambito della nostra persona. Innanzitutto chiederci come il nostro corpo è coinvolto nella nostra persona non è inutile: possiamo infatti considerarlo, ad esempio, come un semolice involucro esterno oppure come un peso, e non come parte integrante di noi stessi.
Eppure noi non esistiamo senza il corpo.
Attraverso di esso percepiamo tutto ciò che è intorno a noi e possiamo comunicare con il nostro ambiente. Se, ad esempio, abbiamo una malattia, non è solo il nostro corpo ad esserne influenzato, ma tutta la nostra persona è compromessa nella sua capacità di lavorare, di essere disponibili, etc.

Dio ha voluto farsi carne, ha preso un corpo in Cristo: «La Parola si è fatta carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi: e noi abbiamo contemplato la sua gloria» (Gv 1,14).
Dio sarebbe rimasto senza volto se non avesse scelto di incarnarsi. Gesù Cristo è la “carne” di Dio, il volto di Dio, l’espressione di Dio tra noi.
E carne significa corpo: corpo di bellezza ma anche corpo invecchiato; significa forza, coraggio, sensibilità ma anche debolezza, vulnerabilità, fatica; significa gioia ma anche dolore. C’è un bellissima natività di Lorenzo Lotto: in primo piano la famiglia di Nazareth con Gesù bambino al centro e sullo sfondo è appeso il crocifisso. Carne è vita, ma è anche morte.
Dio non si è sottratto a tutta questa carnalità. Il suo “farsi uomo” ha significato la volontà di venire dentro la carne dell’uomo. E ha voluto salvarlo nell’evolversi della sua carnalità: l’ha incontrato malato, l’ha incontrato affaticato, l’ha incontrato deluso, l’ha incontrato smarrito e lo ha salvato. E continua ad incontralo oggi: s’incarna nelle sue forze come nelle sue debolezze, nelle sue capacità come nelle sue fughe, nei suoi desideri e speranze come nei suoi crolli e delusioni.
Il suo Natale è stato solo l’inizio di tutto ciò.
Possiamo allora capire la dignità che la fede cristiana riconosce al corpo, considerandolo «luogo di salvezza» (caro cardo salutis, la carne è cardine della salvezza, secondo l’espressione di Tertulliano).

In realtà, non è davvero facile dare al nostro corpo la sua importanza corretta. Potremmo essere tentati di farne un semplice strumento a nostra disposizione, sia non tenendo conto dei suoi bisogni propri, sia tentando di superarne i limiti e le esigenze. Potremmo anche essere tentati di ricercare un corpo perfetto, anzichè accogliere il nostro vero corpo.
Progredire verso l’unità personale significa prendere consapevolezza del fatto che il corpo è parte di ciò che siamo e non rappresenta ciò che abbiamo.
Questo può aiutarci ad ascoltarlo meglio e a rispettare le sue potenzialità e debolezze.

 

Guarigione della donna emorroissa (Mc 5,25-34)

25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata”. 29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi ha toccato le mie vesti?”. 31I suoi discepoli gli dissero: “Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?””. 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male”.

 

Questo brano evangelico come risuona nella mia vita?
Posso aiutarmi con qualche domanda.

– Sono felice e in pace nel mio corpo oppure lo vivo come un peso?
– Come mi prendo cura del mio corpo?
– É importante per la mia vita spirituale?
– San Paolo presenta il corpo come il tempio dello Spirito: sono in ascolto dello Spirito che parla anche attraverso il mio corpo?
– …

 

Per la preghiera

Salmo 139 (13-18;23-24)

13 Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.

14 Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.

15 Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.

16 Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;
erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati
quando ancora non ne esisteva uno.

17 Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio!

18 Se volessi contarli, sono più della sabbia.
Mi risveglio e sono ancora con te.

23 Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri;

24 vedi se percorro una via di dolore
e guidami per una via di eternità.

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